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Con “È quello che vedo” ritorna il gruppo Bloko, che è stato negli anni '80 protagonista della scena teatrale genovese. Il testo è di Marco Tulipano, uno dei fondatori del gruppo, che ritrova la sua vena creativa più folle, esilarante e aggrappata ostinatamente al nulla. Dopo alcune presentazioni in forma ridotta, lo spettacolo completo andrà in scena il 20 gennaio prossimo al teatro dell'Ortica di Genova. Il crowdfunding serve per contribuire ai costi di allestimento, dai video che verranno proiettati agli elementi scenografici, al lavoro di artisti e tecnici che collaborano con il gruppo. Le due anticipazioni già presentate al pubblico (con circa metà delle scene del testo, senza video e scenografie), hanno avuto una bellissima accoglienza, che ci dà le migliori speranze per il futuro dello spettacolo.
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In dieci quadri il linguaggio impazzito del tempo, che tutti ti passano davanti come fucilate mentre i tuoi nervi stanno nello stomaco e non hai un secchio, dal brainstorming si capisce come frulla il mondo, la vita si riempie di cazzi di gomma, puoi pisciarti addosso se ne hai voglia, ma dallo schermo un volto ammiccante ti vende spiritualità. Perché non puoi prendere la rotonda e continuare a girare a girare, mentre i paesaggi fanno male e aspetti che i mobili ti parlino. E sarà vero che c'è merda da tutte le parti, ma è meglio non dirlo a voce alta e pensare: È quello che vedo.
Regia di Renzo Trotta, con Luca Bonadei, Mauro Bozzini, Miriam Formisano, Antonella Sica, Marco Tulipano. Scene e costumi Emanuela Pischedda. Light designer Liliana Iadeluca e video Matteo Richetti
Quando è nato, nel 1985, il Bloko era un gruppo di ragazzi insieme a qualcuno meno ragazzo, quattro drammaturghi, tre dei quali recitavano anche, con la voglia di parlare a tutti, soprattutto a quelli che il lavoro non ce l'avevano o lo percepivano spesso come una truffa. Del lavoro e di giovani furiosi e perduti in un mondo stupidamente ostile parlava Arbeit Macht Frei, il primo spettacolo, scritto da Miriam Formisano, Claudio Lizza, Danilo Macrì e Marco Tulipano. Molti lo ricordano ancora, ebbe un impatto molto grande: grazie alla sua duttilità (era composto di sketch di varia durata, forza, vivacità, asprezza), insieme alla musica, dal vivo e non, degli U-Boot, andò in scena in varie versioni nei luoghi più diversi, vinse la rassegna Teatro di Parola, fu recitato al teatro della Tosse, al centro sociale occupato L'Officina, viaggiò in una lunga tournée regionale, occupò ville e palestre, arrivò al Festival di Settimo Torinese e creò una lunga scia di fan. L'anno dopo il Bloko mette in scena Natalia, di Danilo Macrì. E poco dopo comincia anche a gestire il cinema-teatro Albatros di Rivarolo, con una programmazione di spettacoli, concerti e film che riempie di spettatori e di entusiasmo quello spazio così ricco di possibilità. Continua la collaborazione con Claudio Lizza. Vanno in scena all'Albatros Pensione Serena e altri suoi testi, lui stesso partecipa come attore. Mentre Miriam Formisano adatta per il teatro La bibliotecaria rapita di Margaret Mahy. E all'Albatros, ma anche in molti altri importanti spazi cittadini, si svolge un grande evento organizzato dal Bloko insieme agli Echo Art: la rassegna Africana, con teatro, musica, danza, film africani e un importante convegno (da lì nascerà per gli Echo Art la grande avventura del Festival del Mediterraneo, che dura ancora oggi). Subito dopo il Bloko si disperde. L'esperienza è durata quattro anni, ma molti semi danno frutto. Luca Bonadei si trasferisce in Spagna, viaggia con gli sketch di Arbeit, li fa tradurre in catalano e comincia così una bellissima carriera di attore teatrale e televisivo. Natalia di Danilo Macrì viene riscoperto da Valerio Binasco, che ne cura la regia per il teatro Stabile di Genova. Claudio Lizza diventa un importante sceneggiatore di cinema a Roma, dove purtroppo muore a 40 anni appena compiuti. Miriam Formisano pubblica racconti, scrive e mette in scena monologhi, adattamenti e inventa teatro coi bambini nei musei; vince poi il premio per la miglior regia al Festival dell'Eccellenza del 2012, dirigendo il testo di Francesca De Rossi su Anna Politkovskaja, vincitore del premio Ipazia per la nuova drammaturgia. Antonella Sica fonda insieme a Cristiano Palozzi il Genova Film Festival, cura molti altri festival e realizza cortometraggi di finzione e documentari, scrive due libri di poesie, Fragile al mondo (premio miglior Silloge poetica al concorso internazionale di poesia Prospero edizioni) e La memoria nel corpo, che ha vinto quest'anno il Premio Internazionale di Poesia città di Milano e viene ora pubblicato da Rayuela. Mauro Bozzini fa l'educatore per i ragazzi e con la sua compagna Simonetta Guarino forma una coppia trascinante anche in palcoscenico. Renzo Trotta, giornalista, docente al Dams di Imperia, pubblica saggi su cinema e teatro e firma una decina di regie (due delle quali con la Compagnia dei Demoni, fondata insieme a Miriam Formisano: un adattamento dai Demoni di Dostoevskij e Il misantropo di Molière). Marco Tulipano continua a scrivere, dopo aver rivinto nel 1986 la rassegna Teatro di parola a Genova con il suo testo Vladimir, per la regia di Mario Jorio. Nel 1992 con Il sabotatore si aggiudica il primo premio al Premio nazionale per autori di teatro Ciro Madonna a Castellamare di Stabia. Nel 2003 con L'immersione vince il primo premio per la narrativa al Premio letterario Villa Mari Santorso Schio. È proprio da un suo testo che il Bloko rinasce, trent'anni dopo. “È quello che vedo”. Oggi.
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