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In occasione della 22ª edizione di Contemporanea, in programma dal 26 al 29 ottobre presso la Fiera di Cesena, allestirò al suo interno una grande installazione (di metri 23 x 6) dal titolo “Come le foglie”. In seguito sarà allestita in altre sedi e tra queste la prestigiosa 798 ART ZONE di Pechino.
Concept
Il tema della fragilità della vita umana, espresso attraverso la caducità delle foglie pronte a staccarsi dai rami al primo alito di vento, quando seccano e cadono per diventare humus e nutrimento per le foglie che verranno e delle fronde che rinascono, attraverso il ciclo delle stagioni, sono la metafora della vita umana e del suo corso. Nell’installazione “Come le foglie” il tempo si è fermato, tutto è immobile come di pietra. L‘opera è il fotogramma statico in bianco e nero di un’immagine in dissolvenza tra la morte e la vita. In essa, insieme alla fragilità dell'esistenza umana, la rinascita: in mezzo alla distesa di foglie dove la caducità e la brevità dell'esistenza è mostrata nell'imperturbabilità ciclica della Natura, accanto ad una panchina con sopra un vecchio paltò abbandonato e un libro illuminati dalla fioca luce di un lampione, una carrozzina per neonati.
Qui ritroviamo il senso della Bellezza, di una bellezza simbolica che mette in relazione il sensibile, ciò che vedo, ciò che io tocco, che io guardo muovendomi all’interno di questo spazio. Ciò nonostante il mio sguardo, il mio toccare, il mio camminarci in mezzo non ne esaurisce i significati, rimanda ad un'ulteriorità che consiste nel fatto che di fronte ad essa continuo a cercare quell'ulteriorità di significato rispetto a quello che il sensibile mi offre senza mai riuscire a catturarne la totalità del significato, c'è un rinvio verso l'ineffabile, verso l'invisibile.
Descrizione tecnica dell’installazione “Come le foglie”
L’installazione si compone di migliaia di foglie realizzate in resina e granulati di pietra che coprono un’ampia superficie di dimensione ambientale. Le foglie sono disposte a terra in modo da permettere ai visitatori di passeggiare tra di esse. La pietra rappresenta l’immortalità, si tratta di un’eternità apparente provocata dall'interruzione dello scorrere del tempo. All'interno di questa distesa di foglie, realizzata con gli stessi materiali, una scena abituale: sotto un lampione una panchina con sopra un vecchio paltò e un libro ed accanto una carrozzina vuota. La scena suggerisce che tutto sia stato abbandonato all'improvviso. L’assenza, in questa natura morta, è colmata dai visitatori, i veri protagonisti dell'installazione, che nel loro interagire vivono il continuo divenire.
Autore: Ignazio Fresu
Titolo: Come le foglie
Materiale: resine e materiale pietroso
Dimensione: ambientale
Anno: 2018
Sito web: http://www.ignaziofresu.it
Facebook: https://www.facebook.com/profile.php?id=1111683482
Twitter: @ignaziofresu
Instagram: https://instagram.com/ignaziofresu/
Altro: https://www.youtube.com/user/ignaziofresu
Sono nato a Cagliari, nel 1975 mi sono trasferito a Firenze per frequentare l’accademia di belle arti e qui sono rimasto per portare avanti la mia attività artistica. Espongo in mostre personali e collettive e partecipo ad eventi artistici sia in Italia che all’estero. Il tema della transitorietà di ogni cosa, si riflette nella mia ricerca, come la poetica dei miei lavori, in cui cerco di dare un volto alla bellezza dell’effimero e di ritrarre l’eterno inganno perpetrato dal tempo. A tal fine le mie opere giocano di continuo sulla percezione della reale consistenza delle strutture esposte. Scrive di me la storica dell’arte Sara Paradisi: “Il lavoro di Ignazio Fresu è basato sul contrasto tra realtà ed apparenza, sull’inganno generato dallo sguardo frettoloso. Ogni cosa rivela essere esattamente l’opposto di ciò che appare e nessuno sembra accorgersene. Il metallo non è metallo, la pietra non è pietra, ma semplicemente cartone o polistirolo travestiti da metallo o pietra. L’usura e l’ossidazione dei materiali non sono reali, ma soltanto un abile gioco di interventi manuali. La leggerezza è travestita da pesantezza e gli equilibri precari sono calibrate composizioni statiche. Che si parli di Eraclito, di Leopardi, di Montale o di Ungaretti, le opere di Ignazio Fresu non sono mai così eccessivamente concettuali e incomprensibili come ci si aspetterebbe da un artista contemporaneo, anzi con la loro leggerezza e ironia ci strappano un sorriso, ci ammaliano per l’inusuale collocazione in cui spesso si trovano, destano meraviglia per gli improbabili equilibri in cui si pongono ed inevitabilmente ci attraggono provocando nel nostro intimo un flusso continuo di domande e di pensieri. La scelta di avvalersi di titoli evocativi, riferibili all’universo letterario o filosofico, è un mezzo per Ignazio Fresu per parlare della realtà circostante attraverso il linguaggio dei grandi mediato dalla sua incredibile capacità di alleggerire. Nonostante il grande lavoro di preparazione che sta dietro a tutte le installazioni di Fresu, dal reperimento dei materiali, alla loro lavorazione, al trasporto e all’allestimento degli stessi, quello che l’osservatore percepisce è un grande senso di levità e poesia. La patina metallica e polverosa che riveste uniformemente tutti gli elementi delle installazioni, e che spesso invade anche la pittura, oltre ad essere la cifra stilistica ed il segno imprescindibile di Fresu, è un mirabile espediente per fermare il tempo, per svuotare gli oggetti del loro quotidiano significato facendoli diventare parole di un nuovo vocabolario, con cui scrivere un discorso più ampio. L’aspetto più incredibile è che, pur nell’uniformità dettata dal rivestimento, questi singoli elementi appaiono ancora più evidenti di prima, quando si potevano distinguere per forma e colore. Come un flash, o un fotogramma in bianco e nero, le installazioni di Fresu congelano un istante e fanno convergere il nostro pensiero e la nostra attenzione verso qualcosa di diverso, ci portano a contatto con aspetti dell’interiorità che spesso ignoriamo, portano alla luce verità di cui spesso perdiamo il ricordo. Quella di Fresu è continua ricerca e approfondimento del senso della vita, un cammino dentro il pensiero dell’uomo, nelle sue sensazioni, nel suo far parte della realtà. Ogni opera non è mai una tappa di arrivo, ma il punto di partenza e lo stimolo per crearne di nuove e sempre più sorprendenti. Meravigliare e far riflettere, questo è il difficile compito di Ignazio Fresu, reso ancora più arduo dall’utilizzo di un linguaggio universalmente comprensibile.” PRINCIPALI ESPOSIZIONI all’estero 2017 Università di Madeira, Portogallo LIBRARTIS alla Kean University nella Burger Gallery NJ 2016 Istituto di Cultura Italiana, Barcellona , Spagna Northern Kentucky University Art Galleries, USA Galleria Kbac, Kean University, USA Czurles-Nelson Gallery at SUNY Buffalo State, NY 2015 Istituto di Cultura Italiana, Praga, Repubblica Ceca 2014 Museo di Merida, Merida, Spagna 2013 “Nuove Conexión. Reencontrarse entre mundos lejanos"- Museo Bellas Artes Emilio Pettoruti di La Plata (Argentina); Artour-o - Théâtre Princesse Grace, Montecarlo. Kunst und Design im Kontext von Abfall und Recycling, Ihlienworth – Hamburg, Germania 2010 NAVY PIER CHICAGO, ART a Chicago, USA Società Dante Alighieri a Miami in Florida, USA Arclinea / Rimadesio, Boston USA “Il Sogno Italiano” - Dubai World Trade Center - USA “Art, Design and Sustainability” - Art Exhibition Hall, Bonn, Germania 2008 KIAF – Korea International Art Fair , Seoul , Korea. “DISSOLVENZE” – ARTEXPO, New York “Frammenti di De-composizione” - START MIAMI 1°. Miami, USA 2006 NAIROBI NATIONAL MUSEUM, Kenia “Tokyo Big Sight” - International Convention Center, Tokyo, Giappone 2005 Bismarckplatz, Berlino, Germania 2004 ReArt One - Cuxaven , Germania
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