A volte ritornano | Anna Dora Dorno

September 30, 2018

A volte ritornano | Anna Dora Dorno

Anna Dora Dorno è regista della compagnia teatrale Instabili Vaganti di Bologna, che nel 2014 fu tra i primi soggetti a scegliere BeCrowdy per finanziare la trasferta dello spettacolo “MADE IN ILVA - The contemporary Hermit” al Fringe Festival di Edimburgo, il più grande festival delle arti. La campagna venne finanziata al 111% e diede il via all'esportazione internazionale dello spettacolo centrato sulla condizione alienante dell’operaio, intrappolato in un sistema di produzione che trasforma l’essere umano in una macchina artificiale. 

Recentemente abbiamo avuto il piacere di risentirla e di farle qualche domanda a distanza di 4 anni dal successo della campagna Made In Ilva.

1. Buongiorno Anna, parlaci in breve del progetto MADE IN ILVA - The contemporary Hermit 

MADE IN ILVA è uno spettacolo di teatro fisico e allo stesso tempo di denuncia civile, sull’ILVA di Taranto, che abbiamo creato per dar voce al sentimento di rabbia e di sconfitta allo stesso tempo che mi animava, essendo io originaria della provincia di Taranto. Uno spettacolo pluripremiato in Italia e all’estero, che al momento è stato ospitato nei maggiori Festival mondiali di teatro. Grazie alla campagna su becrowdy siamo riusciti a portare lo spettacolo anche al Fringe di Edimburgo, il Festival più grande del mondo, dove lo spettacolo è stato Nominato per i Total Theatre Awards

2. Cosa vi ha spinti a chiedere finanziamenti mediante crowdfunding? Come siete venuti a conoscenza di BeCrowdy?

Non ricordo bene come siamo venuti a conoscenza della piattaforma, credo grazie alla vostra promozione e ci ha incuriosito la novità di un portale di crowdfunding dedicato alle arti. Volevamo capire se poteva essere una forma di finanziamento delle nostre attività e progetti.

3. Vantaggi e svantaggi di una campagna di crowdfunding.

La campagna è molto impegnativa, richiede tempo e dedizione, e questo forse è un limite per chi come noi deve far fronte a moltissimo lavoro in poche persone. Inoltre, il rischio è quello di non riuscire a raggiungere il risultato previsto, cosa che da un certo punto di vista è molto frustrante.

Al tempo stesso, la promozione dello spettacolo sfruttando canali diversi dai soliti è molto positiva, come la sorpresa di capire che molte persone credono nei tuoi progetti.

4. Cosa cambieresti ora?

Direi non molto perché nel nostro caso i risultati sono arrivati, fortunatamente!

5. Chi sono stati i vostri sostenitori tipo?

Parenti, amici, persone che seguono il nostro lavoro e poi anche addetti ai lavori. Un teatro per esempio ci ha sostenuti permettendoci di raggiugere il risultato finale.

6. A chi consiglieresti il crowdfunding?

A chi vuole realizzare un sogno al quale ambisce da tempo. Bisogna crederci!


Intervista a cura di Tommaso Ghellar